CNCO, ecco chi è la boy band che duetta con Riki e che ha conquistato l’Europa

Dolor de Cabeza è il nuovo singolo di Riki, impreziosito dalla collaborazione con i CNCO, la boy band latina #1 al mondo con miliardi di visualizzazioni e streaming. Si tratta di un up-tempo fresco, che mescola il pop elettronico dell’ex stella di Amici di Maria De Filippi e il reggaeton tipico del gruppo. Dolor de Cabeza – dice Rikiè un up-tempo estiva che racconta di una ragazza che ti fa impazzire, che ti seduce e poi ti evita. Lavorare con i ragazzi è stata un’esperienza incredibile, sia a Miami (durante le registrazioni) che in Italia, quando abbiamo girato il videoclip. La loro spontaneità, unita alla dedizione che hanno per il lavoro, è esattamente quello che cercavo da questa collaborazione. Sono rimasto molto colpito dal modo in cui le loro voci si sposano e sentirli cantare un brano che ho cominciato a scrivere due anni fa, mentre ero fermo nel traffico, è stato pazzesco!.

Ma chi sono i CNCO?

I CNCO sono una boy band statunitense di musica latino-americana che si è formata alla fine del 2015 in seguito alla vittoria della prima edizione del talent show La Banda, creato dal “re” Simon Cowell e prodotto da Ricky Martin (con una giuria formata dallo stesso produttore insieme ad Alejandro Sanz e Laura Pausini). Il nome allude alla parola spagnola Cinco (in italiano cinque), esattamente come il numero dei componenti, ossia Christopher Velez, Richard Camacho, Joel Pimentel, Erick Brian Colon (il più piccolo che ha solo 17 anni), Zabdiel De Jesùs. Il primo singolo Tan facil ha debuttato poche settimane dopo il trionfo televisivo e in breve tempo hanno iniziato il One World Tour con Ricky Martin.

Grande successo per il brano Reggaetòn Lento, visto che il videoclip conta più di 1.200.000.000 visualizzazioni su YouTube. Il primo tour inizia nel 2017 con live anche in Europa: prima in Spagna e poi in Italia. “Non ci rendiamo ancora conto realmente di tutto quello che è successo in soli due anni. Abbiamo viaggiato tantissimo, vediamo le nostre famiglie solo tre volte all’anno ora. Due anni fa eravamo nelle nostre case, andavamo a scuola o al lavoro. È cambiato tutto. È una benedizione”, si legge in un’intervista rilasciata a Vanity Fair.