La terra sotto i piedi: ritorna Daniele Silvestri, cambiato ma sempre col megafono

Tre anni dopo Acrobati, Daniele Silvestri ritorna con un messaggio ottimista e con un tour per l’Italia che parte da Roma. "Decido di affrontare l’estate alle porte centellinando qualche piccola ma importante occasione per fare musica e incontrarci, se lo vorrete", ha scritto lo stesso cantautore romano sui suoi canali social.

Qualcosa cambia”, secondo Daniele Silvestri, che quest’anno compie 51 anni di età e 25 di carriera e proprio con questo brano apre il suo nuovo album “La terra sotto i piedi”, uscito lo scorso 3 maggio.

In effetti è vero, qualcosa cambia, perché Silvestri è cresciuto insieme alla sua musica, perché ora quello che cerca è un solido riferimento, “la terra sotto ai piedi” per l’appunto, come lui stesso dichiara e ci confessa nella sesta traccia dell’album, Concime.

Ma c’è sempre qualcosa che invece rimane invariato nel suo stile, sempre riconoscibile in alcuni ritmi che ad ascoltarli ti senti come a casa, ma allo stesso tempo arricchito di volta in volta di parole nuove e non scontate.

Argento Vivo l’abbiamo già sentita a Sanremo lo scorso febbraio, dove Silvestri è tornato dopo 10 anni, classificandosi al sesto posto e vincendo diversi premi come il Premio della Critica Mia Martini, il premio per miglior testo Sergio Bardotti e il Premio della Sala Stampa Radio-Tv-Web Lucio Dalla.
È un pezzo cantato (o forse sarebbe meglio dire “parlato”) in prima persona, e in questo ricorda altri suoi brani memorabili come ”Aria”, che raccontano una storia parola per parola, una storia che riesci a vedere attraverso immagini mentre l’ascolti, come fosse un film.

Una storia scandita dalla batteria di Fabio Rondandini, serrata e resa ancora più toccante dalla voce strillata di Manuel Agnelli e dal rap di Rancore.

La terra sotto i piedi è un disco che parla di sentimenti, di storie finite bene e storie finite male e per questo ci tocca da vicino.

La vera terra sotto i piedi, però, dove quest’ album è nato ed è stato registrato, è l’isola di Favignana, luogo a cui Silvestri è molto legato, con un mare meraviglioso e dove si respira un’energia particolare. E forse è anche merito di quest’isola se il risultato è un album musicalmente ben studiato e ben suonato.

Ma un’opera di Daniele Silvestri non può non avere anche un significato sociale oltre che personale, e per questo motivo la Terra sotto i piedi vuole essere un ritorno alla concretezza, come dimostra il brano “Complimenti Ignoranti”, una critica non troppo velata al mondo dei social, delle cattiverie ingiustificate, raccontata in maniera scherzosa e autobiografica con citazioni di diversi vecchi titoli.

Non mancano i momenti di backstage, rumori fuori scena registrati a intro o fine canzone, altra firma di Daniele Silvestri insieme ai suoi featuring con amici che lo accompagnano sia nel disco che nei videoclip, come quello di “Scusate se non piango” (regia di Valerio Mastandrea).

Daniele Silvestri è cresciuto ormai, non solo anagraficamente, ma resta pur sempre l’uomo col megafono che tutti ricordiamo, che vuole trasmettere però una visione ottimista verso il futuro attraverso quest’album semplice, raffinato, di piacevole ascolto dall’inizio al “lieto fine”.