La Bellacanzone della settimana è Luglio di Fulminacci

Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare.

La nostra tattica è quella di condividere canzoni belle, magari non sempre capolavori – anche perché ne ascoltiamo sempre meno, ahimé – però almeno scritte bene, con idee e passaggi interessanti. E a proposito di tattica, questa settimana parliamo del brano di Fulminacci che si chiama così: Tattica.

Il giovanissimo e talentuoso cantautore romano, sforna singoli ben fatti uno dopo l’altro. Dopo la buona ballad presentata allo scorso Festival di Sanremo (Santa Marinella), torna nelle acque sconfinate dello stream con una canzone scritta con lo stile linguistico di sempre, ormai abbastanza riconoscibile, dalla matrice (almeno) silvestriana, e quello musicale, un po’ “amarcord battistiano”. Ma avere riferimenti top come Battisti (le sette e trentaquattro, rima a parte, non sono molto vicine alle 7 e 40 cantate dal mitico Lucio?) e Silvestri è un merito, sia chiaro. I veri grandi artisti hanno e avranno sempre da insegnare con le loro canzoni. Tattica è estratto dal secondo album dell’artista “Tante care cose”, titolo in cui questo bravo cantautore gioca come sempre con le parole, sfruttando la doppia accezione che può avere questa frase (saluto di commiato e descrizione delle cose raccolte nell’album; infatti lo stesso Fulminacci lo definisce “una raccolta di ricordi e sentimenti”), compresa l’ironia che ormai ha assunto questo saluto in base al tono e al contesto.

E a proposito di doppi sensi, ne troviamo uno di suono e senso al tempo stesso nella ripetizione ossessiva della parola “tattica”, che crea una sequenza tipo tatticatatticattatticatattica (la tattica è dirlo tutto attaccato) che la nostra mente può anche percepire come un tic(a)tac ripetuto, a significare un tempo che passa frenetico e inarrestabile. Che poi è il tema della canzone, che si sviluppa in una storia di un appuntamento a cui sembra non arrivare mai (per impedimenti o perché quando si attende il tempo non arriva mai?). Entrando più nel dettaglio, citiamo intelligenti e gradevoli frasi giocate come Io quando esco presto ci esco matto, o anche rime poco sentite come che male alle tempie, la strada si riempie, oppure verità assolute come che bello arrivare, che brutto parcheggiare. Fulminacci trova anche uno spazio per citare Vasco e la sua Vado al massimo, ma mettendolo nella tecnica-tattica di ripetere una sequenza di parole, che dopo quella del titolo diventano anche traffico, macchina, massimo (appunto). Anche il videoclip, come di solito, è molto simpatico e merita almeno un video ascolto o di essere il pretesto per riascoltare questa bella canzone.