La Bellacanzone della settimana è “Allons enfants!” di Vincenzo Incenzo

Ogni mese, ogni settimana, ogni giorno escono nuove canzoni. Ma quante di queste sono realmente belle? Riusciremo a trovarne almeno una a settimana degna di potersi fregiare.

Torna con la sua appassionata originalità e la sua puntuale poesia Vincenzo Incenzo, ormai praticamente e piacevolmente “abbonato” alla nostra rubrica. E di belle canzoni il cantautore ne ha scritte e, fortunatamente per noi, continua a scriverne. E a cantarle. E a cantarcene, quattro. A tutti, in fondo, continuando la sua giusta invettiva contro i mali del nostro tempo già iniziata col singolo precedente, Un’altra Italia, e che con Allons enfants! – secondo brano che anticipa il molto atteso album Ego – diventa universale.

A partire dall’incipit (mutuato dalla cosiddetta Marsigliese, inno della rivoluzione francese prima e della Francia poi) Incenzo spara parole ancora più forti, frasi che sono proiettili sulle coscienze: poche perfette e precisissime quartine che in alcuni punti si riallacciano al medesimo sentire civile e colto dissentire verso la brutta musica, la brutta arte e il brutto in genere, che probabilmente ispirarono a Franco Battiato la sua Up patriots to arms del 1980 (Up patriots to arms, engagez-vous, la musica contemporanea mi butta giù).L’attacco della canzone è un vero attacco, è simbolicamente una dichiarazione di guerra e d’intenti, una chiamata alla rivoluzione, non francese ma mondiale.

Una chiamata alle armi della bellezza, per fare fuoco su malcostumi e ipocrisie della politica e dell’economia. Ma sicuramente il bum bum bum bum che Incenzo canta come refrain già dall’inizio è più quello dei tamburi che danno ritmo alla musica, dei cuori che scoppiano d’amore e passione come il suo, dei giocattoli dei bambini che sparano ma solo per gioco, facendo delle loro fantasie, colorati fuochi d’artificio (Allons enfants! Bum bumbumbumbum. È questo il momento di fare fuoco, con la bellezza del nostro agire). Perché È questo il momento dell’outing totale, oltre i sepolcri della morale.

E il canto rivoluzionario – in modo moderno, interessante e credibile – si srotola in più lingue, che si abbracciano e accostano come elementi di un plotone inarrestabile (Esta es la revoluciòn / Bye and bye the time has come / Allons enfants!). E il palcoscenico è il nostro corpo disteso al sole dell’avvenire, canta ancora il cantautore, che se la prende anche con certi social e certa tv, con l’augurio di sparire (È questo il momento di far esplodere i siti d’incontri e il populismo, mandiamoli a casa gli opinionisti). E soprattutto, desidera sparisca questa musica da trogloditi (desiderio a cui evidentemente ci associamo, altrimenti non avremmo ideato né scriveremmo una rubrica sulle belle canzoni).

Perché un’opinione differente si sta diffondendo come un fuoco inarrestabile (La revolución, otra opinión como fuego se va espandendo), come un incendio di creatività e voglia, anzi necessità, di bello. Come questa bella canzone. Ah! Bello anche il videoclip, dove fra reminiscenze di Dalì e di Pink Floyd spicca il volto deciso di Incenzo, a cavallo della sua musica e del suo fuoco sacro, viaggia inarrestabile nel suo mondo di cantautore.