Il “cuore pop” non fa centro al 100% e “fa sedere” il suo pubblico

Il “Pop Heart Tour” fa tappa a Roma e Giorgia incanta il suo pubblico seppure in una versione un “po’ troppo seduta” del nuovo tour. Il progetto “Pop Heart” non esalta appieno la potenza, la grinta e la bravura della straordinaria cantante romana.

Partiamo da una premessa doverosa: Giorgia è sempre Giorgia e la sua classe, la sua bravura e la sua eleganza sono fuori da ogni dubbio e critica possibile. Quello che invece non mi ha convinto appieno e da subito è tutto il progetto “Pop Heart”; ed attenzione, parlo da grande sostenitore e ammiratore della voce più bella che abbiamo in Italia.

Giorgia è talmente brava che può cantare tutto” è una frase che riconoscono tutti quanti ed ho detto pure io e rimane tutt’ora, il vero problema in effetti sono gli arrangiamenti. L’entusiasmo per un album di cover di grandi classici della musica pop cantato da Giorgia era atteso con enorme entusiasmo, anche perché la cantante romana, per chi la segue da sempre, durante i suoi concerti regala sempre una sua versione di brani famosi cantati originalmente da altri (uno dei miei ricordi più belli è la sua versione nel 2007 “No one” di Alicia Keys, sempre al Palalottomatica).

La delusione poi del prodotto finale è stata invece appunto sugli arrangiamenti scelti per la versione disco: sono risultati essere molto piatti, oserei dire quasi banali, e che non risaltavano affatto la potenza e la grinta della Todrani.

Ma volevo dare una possibilità di riabilitazione del progetto attraverso il live, che in effetti, anche se solo in parte, ha restituito il giusto valore a Giorgia. La scaletta del concerto non prevede in realtà, ovviamente, solo i brani contenuti nel nuovo progetto discografico che risultano essere solo 8 rispetto alla tracklist composta da 15 brani, ma è anche un percorso nel cuore e nella carriera pop dell’artista. E se si parte un po’ “seduti” con “Le tasche piene di sassi”, “Una storia importante” e “Gli ostacoli del cuore” è con “Credo” che il pubblico si anima completamente e riconosce appieno la potenza di una voce che forse ancora troppi pochi riconoscimenti ha avuto per quanto meriterebbe.

Si prosegue con quasi tutti i suoi grandi successi del passato “E poi” e “Come saprei”, fino alle hit degli ultimi anni da “Io fra tanti” al “Il mio giorno migliore” con le quali tutto il palazzetto canta all’unisono con Giorgia alzandosi dalle poltrone presenti anche nel parterre e avvicinandosi alla sua artista preferita e allontanando quella patina di freddezza che traspariva da questa situazione. Ciò che credo infatti non abbia funzionato nel progetto, e in questo caso nel tour, sia la volontà di far sedere il pubblico anche nel parterre, che non ha assolutamente ancora la voglia di questa distanza, ma vuole condividere da vicino il più possibile con il suo idolo i suoi grandi successi, seppure questi non siano prettamente quelli da farti scatenare in piedi.

Il palco poi quasi tutto nero e con poca illuminazione laterale creava ancora più asetticità che nemmeno i ledwall potevano sopperire con dei video non entusiasmanti rispetto alle altre tournée dell’artista. È vero anche che sul finire del concerto Giorgia si è scusata per dei problemi tecnici di ben tre laser che si erano rotti proprio durante la giornata e non hanno permesso la massima performabilità di tutto il progetto del concerto che adesso arriverà al sud con Napoli, Bari e Acireale.

Insomma questo progetto “Pop Heart” non ha centrato pienamente il mio cuore ma il finale speciale a sorpresa per la “sua casa”, Roma, con piano e voce (e che voce!) della cover dell’immensa Whitney Houston con “I will always love you”, ha ripagato di tutte quelle piccolezze che non erano completamente a fuoco.