Fabrizio Moro attacca i colleghi cantautori romani: “Figli di papà”

Manca ancora qualche giorno al grande concerto di Fabrizio Moro nella sua città natale: Roma. In attesa di questo live il prossimo 16 giugno allo Stadio Olimpico il cantautore romano ha avuto modo di parlare dei suoi colleghi. E non ci è andato giù leggero. Parecchi miei colleghi cantautori romani che scrivono solo testi pieni di poesia compongono nella villa al mare ereditata dal papà, coi tappeti persiani e i camerieri coi guanti bianchi. Normale che non ce l’abbiano con il sistema. Queste le sue dichiarazioni rilasciate attraverso un’intervista a Vanity Fair. Ma a chi si riferisce nello specifico?

Le prime date confermate

  • 13 luglio – Piazza Garibaldi – Cervia (RA)
  • 14 luglio – Piazza della Loggia – Brescia
  • 16 luglio – Piazza Castello – Marostica (VI)
  • 19 luglio – Castello Scaligero – Villafranca (VR)
  • 20 luglio – Parco Europa Unita – Cervignano del Friuli (UD)
  • 23 luglio – GruVillage 105 Music Festival – Grugliasco (TO)
  • 28 luglio – Arenile Reload – Napoli
  • 13 agosto – Teatro La Versiliana – Marina Di Pietrasanta (LU)
  • 14 agosto – Lyrick Summer Arena – Assisi (PG)
  • 16 agosto – Arenile Sferisterio – Macerata
  • 17 agosto – Arena Virgilio – Gaeta (LT)
  • 18 agosto – Teatro D’Annunzio – Pescara
  • 21 agosto – Piazza Cattedrale –Trani (BAT)
  • 22 agosto – Piazza Libertini – Lecce
  • 24 agosto – Summer Arena – Soverato (CZ)

Il duetto con Ultimo

Recentemente Moro ha pubblicato un duetto con Ultimo dal titolo L’eternità (il mio quartiere). Il primo incontro tra i due cantautori è avvenuto la prima volta a maggio 2017 quando il vincitore del Festival di Sanremo 2018 per la sezione Nuove Proposte è stato invitato da Moro ad aprire il suo concerto al Palalottomatica di Roma. Da quel momento è nata un’amicizia e una stima reciproca.

Per me poter dire di aver partecipato ad un brano di Fabrizio, cantandolo insieme è già una vittoria – ha dichiarato Ultimo – Questo pezzo rappresenta la voglia di emergere e di durare per sempre. Quello che ho voluto fare nel testo, è descrivere l’eternità in ‘fotografie’. Tutte quelle piccole cose che poi vanno a formare la vita.

In Ultimo, rivedo me a 20 anni – ha detto invece Moro – le stesse radici, la stessa rabbia, la stessa voglia di emergere… Lavorando insieme, ho avuto come la sensazione di poter trovare nuovamente un equilibrio con il mio passato […] In fondo ‘l’eternità per me, sei tu’: è questa l’espressione chiave di questo brano. L’eternità è una parola lunga e larga e come questa non ne esistono tante, forse nessuna. Ognuno ne può dare la propria interpretazione a seconda di quello che sta vivendo. È una grandissima dichiarazione d’amore in tutto tondo con tutta la consapevolezza che ne deriva.