Claudio Baglioni presenta “In questa storia che è la mia”: la conferenza stampa

Claudio Baglioni presenta "In questa storia che è la mia": la conferenza stampa di presentazione del nuovo album.

Venerdì 4 dicembre uscirà In questa storia che è la mia“, il nuovo attesissimo album di Claudio Baglioni, sedicesimo disco – realizzato in studio – della sua cinquantennale, straordinaria, carriera, a sette anni da “ConVoi”.

“Gran parte della mia produzione ha una parte preponderante l’argomento amore. Le canzoni sono d’amore, delle serate anche se non hanno proprio come tema centrale l’amore. Il primo e l’ultimo brano di questo disco tracciano una visione allargata della scena, una temporale e l’altra di una geografia più intima. Gli altri brani invece sono tanti brani di una vicenda amorosa, con una curva, una parabola ascendente. Questo è l’argomento che mi ha sempre interessato di più nella vita e che forse ho conosciuto di meno nella vita”, ha dichiarato Baglioni nel corso della conferenza stampa virtuale che si è svolta su Zoom lunedì 30 novembre 2020.

14 brani, 1 ouverture, 4 interludi piano e voce, 1 finale: un “concept” che disegna la parabola dell’amore, sia personale che universale, riflettendo sul modo nel quale questa forza straordinaria che tutti viviamo senza conoscerla mai veramente, travolga le nostre esistenze, rendendole esperienze uniche e sempre degne di essere vissute. Una vita in quattordici storie che le passano attraverso.

Ma come sta vivendo questo momento così particolare per la musica? “La mia vita personale non è cambiata di molto perché la sera non uscivo tanto. Però mi ha fermato il lavoro, non solo per i concerti, ma anche per quanto riguarda la composizione dei brani. Questa vicenda mi ha paralizzato e sono stato fermo 3-4 mesi“.

Ovviamente impossibile non fare riferimento ai problemi dei lavoratori dello spettacolo: “Uno dei settori più toccati dalle misure di restrizione è quello della musica. I concerti sono trafficati, pieni di persone e comportano una grande mobilità che non è praticabile. È venuto a mancare il 100 per cento del lavoro, rispetto a tanti altri settori, quindi è ancora di più in difficoltà. Oltre ai sostegni di tipo economico penso ci sia anche il dovere di cercare nuove forme. I concerti si possono fare anche in streaming, a distanza, con una formula accattivante per il mezzo televisivo e per le persone che non sono lì. Ovvio che non è la stessa cosa. Dobbiamo riuscire a costruire una nuova lettura dei concerti”.

Non manca una domanda sul Festival di Sanremo, a lui che ha fatto due edizioni di grandi successo: “Nulla è facile. L’Ariston non è un grande teatro capiente, quindi tutto è più difficile dal punto di vista dello spazio. Non so cosa frulla nella testa di quelli che sono ora alla macchina di questo evento”.

PH. Alessandro Dobici