Red Canzian: “Voglio condividere col pubblico il concetto di quanto la musica possa influire nella vita di una persona”

Red Canzian: "Voglio condividere col pubblico il concetto di quanto la musica possa influire nella vita di una persona", ecco cosa ha dichiarato l'artista in un'intervista a Bellacanzone

È giunta l’ora di far ripartire la musica dal vivo, dopo tre mesi di sipari doverosamente abbassati a causa della pandemia. A risalire sul palco per primo, di fronte a un pubblico, sarà Red Canzian, che alle ore 19.00 di lunedì 15 giugno 2020 – proprio nel primo giorno di riapertura dei luoghi di spettacolo – terrà un concerto dal vivo in Piazza dei Signori a Treviso organizzato dal Comune di Treviso e dal Teatro Stabile del Veneto.

Il tuo sarà il primo concerto di fronte al pubblico post Covid: che emozioni stai provando?

Un sano batticuore e uno stimolante senso di responsabilità… mi sento come il portiere di un Luna Park che riapre dopo la chiusura invernale… vedo sorrisi accalcarsi ai cancelli e mi piace immaginare le grida festose di chi ha tanta voglia di tornare a sognare positivo. C’è bisogno di musica.

Come si svolgerà questo concerto sia per quanto riguarda la logistica sia per quanto riguarda la scaletta vera e propria?

Sul palco saremo io e il mio pianista, Daniel Bestonzo… il concerto durerà un’ora, tempo imposto dalla Prefettura, per il timore che si formino degli assembramenti. Sarà un concerto intimo, diretto, senza orpelli, tranne un grande led wall, dietro di me, nel quale appariranno una cinquantina di foto storiche a supporto della narrazione in musica e parole che farò. Voglio condividere col pubblico il concetto di quanto la musica possa influire nella vita di una persona, raccontando ovviamente quanto la musica abbia influito sulla mia, dagli anni ’60 in poi.

Come vedi il futuro della musica dal vivo in Italia?

Credo che nonostante la gravità di questo maledetto virus, anche il Covid-19, come tutti i suoi predecessori, sia destinato a scomparire… e non voglio ascoltare i “gufi“ con i loro catastrofici presagi di un ritorno del problema in autunno. Se il mondo ha superato la Spagnola, la Sars e tante altre pandemie, supererà anche questa e torneremo ad abbracciarci, e magari sarà sotto ad un palco, durante un concerto.

Secondo te cosa si può fare attivamente per aiutare tutti i lavoratori dello spettacolo?

Quando mi è stato proposto questo primo concerto “simbolo“, il mio pensiero è andato subito ai miei collaboratori, alla mia preziosa squadra, fatta di autisti, tecnici, montatori di palchi, elettricisti e musicisti… tutti responsabili del successo e degli applausi che mi vengono riservati quando salgo sul palco. Purtroppo, questi “invisibili“ dello spettacolo sono stati molto poco considerati dalle istituzioni, in questo periodo… ho sentito parlare di qualsiasi categoria di lavoratori e, poco, molto poco, della nostra, quella dei lavoratori dello spettacolo. Dobbiamo, noi per primi, che siamo la punta dell’iceberg, occuparci di loro, non abbandonarli e coinvolgerli, anche in piccole situazioni, per far loro capire che, se pur a piccoli passi, sarà insieme che riprenderemo a vivere. E infatti, lunedì sera sul palco ho voluto tutti i miei: e così, oltre a Daniel, ci sarà mia figlia Chiara a cantare un pezzo, ci sarà mio figlio Phil a suonare un brano, ci sarà Alberto Milani, il mio chitarrista, anche lui per una canzone e ci saranno una ventina di persone dello staff tecnico, le stesse che regolarmente mi seguono e mi appoggiano quanto faccio un concerto qui in Veneto.