Matthew Lee: “Se posso andare in metropolitana, perché non posso andare ad un concerto?”

Ecco cosa ci ha detto Matthew Lee sul suo ultimo progetto discografico, sul rapporto con Paolo Belli e.. non solo. Qui l'intervista.

“The genius of rock’n’ roll”

Matthew Lee è uno straordinario performer: pianista e cantante, un vero fenomeno degli 88 tasti. Innamorato del rock’n’roll, nella sua pur giovane carriera vanta oltre 1200 concerti in tutto il mondo, dal Cincinnati Blues Festival al Lionel Hampton Jazz Club fino a importanti festival blues in Inghilterra, che gli fanno guadagnare dalla stampa l’appellativo di “the genius of rock’n’roll ”. Tuttavia, quando la passione per la musica è così forte anche l’attesa di un imbarco diventa occasione per una meravigliosa improvvisazione.

L’intervista

Grazie Matthew per essere qui oggi, è inevitabile partire dall’attualità e dalla situazione che tutto il mondo artistico sta vivendo. Cosa ti senti di dire a riguardo?

La situazione purtroppo non è bella, sono 20 anni che faccio questo mestiere, mai era successo qualcosa del genere. Ho preso questo periodo con filosofia, non posso dare nessun giudizio a livello sanitario perché non ne ho le competenze. Dico d’artista che noi siamo il Paese che dovrebbe dare l’esempio a livello artistico, l’Italia dovrebbe essere l’esempio per gli altri Paesi. Il Governo deve pensare all’arte e dare la possibilità di fare arte, in sicurezza ovviamente. Siamo italiani, abbiamo un bagaglio storico, d’arte, di meraviglie da cui non possiamo prescinderne. Ieri ho visto la platea al Maurizio Costanzo Show, perché loro possono farlo e gli altri teatri no?

Maurizio Costanzo Show, puntata 27 ottobre 2020
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Veniamo ora al tuo percorso professionale e facciamo proprio un passo indietro. Da dove nasce la passione per la musica?

La passione per la musica nasce in tenera età, sono nato in una famiglia di musicisti, mio padre è un grande pianista. A 11 anni ho iniziato il conservatorio ma ascoltavo anche musica leggera. Soprattutto ascoltavo il rock and roll, il blues. Ad un certo punto ho potuto scegliere con consapevolezza il mio genere e da lì non ho più smesso.

Cosa consiglieresti ad un giovane che vuole intraprendere la tua stessa carriera?

Onestamente credo che l’unica verità sia che uno deve fare quello che si sente, senza limitazioni, senza scimmiottare. Prendere esempio è fondamentale, tutti hanno i propri esempi. I miei sono Little Richard, Elton John, Elvis Presley e Gerry Lewis.

Nella tua carriera c’è anche la televisione: da Gigi Proietti a Fiorello fino a ‘ L’anno Che verrà ‘ su Rai1, com’è il tuo rapporto con il piccolo schermo?

Ho un ottimo rapporto con la televisione, è un mezzo che mi dà la possibilità di essere ascoltato, io adoro essere ascoltato, ho tanta voglia di esibirmi, c’è ovviamente una vena da esibizionista per poter fare questo mestiere. Spesso sono invitato soprattutto dalla RAI, sono bene accolto e questo mi rende felice.

Ti rivedremo in qualche progetto televisivo prossimamente?

A dicembre ci sono delle belle cose, continuerò la promozione in RAI. Venerdì registrerò un programma che poi uscirà a Capodanno su RAI 1.

Parliamo ora del tuo ultimo progetto discografico: “Rock’n’Love”, com’è nato e com’è stato collaborare con Paolo Belli?

Il disco doveva uscire a marzo, in realtà poi è tutto slittato a fine settembre. Ho lavorato per più di un anno al disco, ne ho registrate più di 50 e poi ne ho scelte una decina. Il titolo se lo è inventato Paolo Belli e lo ho trovato perfetto, un mix perfetto tra il mio lato più estroso e quello più sentimentale. Per me cantare è meraviglioso. Paolo Belli è un mio amico da tantissimi anni, con lui avevamo già pensato ad un progetto da tempo. Quando eravamo in studio da me, ho avuto un’idea.. gli ho telefonato e mi ha aiutato subito. In un’ora ha tirato giù il testo, è stato un vero e proprio colpo di fulmine.

Sei riuscito a girare l’Italia con il tuo tour nei mesi di settembre ed ottobre, cosa ti rimane di questa esperienza?

Ho suonato già da quest’estate, subito dopo il lockdown ci siamo attivati per organizzare gli eventi. Sono stato il primo a suonare a Codogno, ho riaperto la stagione degli eventi. Sono riuscito a fare comunque qualche data. A livello simbolico ovviamente per me è un privilegio, questo ti fa capire che la musica non si ferma. Spero di tornare a suonare a dicembre, intorno alla musica gravitano moltissime persone. Sono circondato da professionisti e professionismo, il nostro Governo deve dare l’esempio. Se io posso andare in metropolitana, perché non posso andare ad un concerto?

Infine parliamo di futuro, quali sono i tuoi prossimi progetti e con chi ti piacerebbe collaborare?

Ho dovuto stoppare alcune cose perché giro il mondo, il disco uscirà all’estero appena si potrà. Ho un bel progetto negli Stati Uniti. Il mio sogno più grande è conoscere Elton John e creare nuova musica dall’altra parte del mondo.