In ambito scientifico è piuttosto condivisa la teoria di Simone Vossel, Joy J. Geng e Gereon R. Fink (pubblicata su Sage Journals) secondo cui il nostro cervello abbia due sistemi di attenzione differenti: uno a livello conscio, l’altro a livello inconscio. Il primo abilita la concentrazione sul compito che stiamo svolgendo, il secondo, legato alla sfera più “primitiva” ed emozionale, contemporaneamente continua a supervisionare l’ambiente circostante. Quando siamo estremamente concentrati prestiamo meno attenzione a ciò che succede attorno. Viceversa, tendiamo a distrarci più facilmente. Questo è il motivo per cui ascoltare musica potrebbe “inibire” l’attenzione “emozionale”, favorendo la concentrazione. Ma c’è di più.
È assolutamente certo che il cervello apprezzi la musica. In particolare, predilige uno spettro specifico di proprietà musicali. Secondo gli esperimenti realizzati da Maria Witek, docente associato dell’Università di Oxford, lo spettro ideale è quello caratterizzato da un livello medio di sincope, in grado di suscitare una risposta piacevole nelle persone. Un pezzo mediamente sincopato riscuote quindi maggiore successo, anche se qui entrano in gioco le preferenze musicali delle persone.
Tali considerazioni generali spiegano perché la musica abbia un ruolo cruciale sul livello di concentrazione e di produttività in situazioni particolari come il gioco, lo studio, il lavoro e lo sport. Ecco allora perché e in che modo la musica potrebbe esserci d’aiuto nella vita quotidiana.
Indice
Studio
Emma Gray, psicologa clinica iscritta all’Albo degli psicologi professionisti presso l’Health Care Professions Council (HCPC), sostiene che ascoltare il genere musicale adatto può aumentare la concentrazione durante lo studio perché stimola i recettori neurologici che influiscono sul numero dei battiti cardiaci. Per l’apprendimento di materie matematiche e per la risoluzione di quesiti logici può essere utile ascoltare quei generi con effetto calmante che stimolano la concentrazione. È il caso dei brani di musica classica tra cui Mozart e Beethoven. Studi creativi prediligono invece quei generi che solleticano la parte destra del cervello: un brano come Satisfaction dei Rolling Stones produce un aumento dei battiti cardiaci e uno stato di fibrillazione che aumenta la creatività. Emma Gray, esperta nel settore, ha persino realizzato delle compilation speciali per Spotify da utilizzare durante gli studi.
Gioco: videogames e iGaming
Anche nel tempo libero la musica riesce ad aumentare la concentrazione del pubblico. Questo accade per gli utenti dei siti di casinò online, come quelli selezionati da Casino Superscommesse. Gli effetti sonori e i brani scelti dagli sviluppatori per questa tipologia di giochi hanno effetti sulla concentrazione dell’utente perché contribuisce a creare un ambiente immersivo che abilità l’attenzione e riduce le distrazioni. Stessa cosa vale per i videogiochi tradizionali. Nel corso dei decenni le software house produttrici dei titoli per console, mobile e PC hanno progressivamente perfezionato le colonne sonore dei videogames per raggiungere esattamente questo obiettivo.
Lavoro
Alcune aziende a livello globale hanno pensato invece di introdurre nell’ambiente di lavoro il pink noise, una versione meno invasiva del white noise, per ridurre le distrazioni e aumentare la produttività. Ma le opinioni sull’efficacia di questo approccio restano contrastanti. Thomas Horral nel suo “Optimum Masking Sound:White or Pink?” Sostiene piuttosto che entrambe possano ostacolare la produttività. Per tutte le altre situazioni entrano poi in gioco i gusti personali. Insomma, non esiste una verità assoluta. Ascoltare a lavoro musica classica in cuffia potrebbe migliorare le performance in ufficio. Per altri potrebbe essere assolutamente controproducente.
Sport
Per qualcuno è solo moda o esibizionismo. Per altri è un modo di migliorare la concentrazione, ridurre la pressione e favorire l’isolamento dall’ambiente esterno. Stiamo parlando di tutti quegli atleti che arrivano negli impianti sportivi con le cuffie o gli auricolari. Secondo gli studi di Costas Karageorghis, professore di psicologia dello sport alla Brunel University di Londra, il cui estratto è presente su “Musica come doping: il suo potere nello sport” di Men’s health, i vantaggi di ascoltare musica prima delle performance sportive sono ben cinque: dissociazione, sincronizzazione, gestione dell’esaltazione, consolidamento motorio e trance agonistica. Insomma esiste un’evidenza scientifica per cui ascoltare musica prima di un match non è esibizionismo ma una “best practice” per influenzare positivamente le performance sportive.