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Fast Animals and Slow Kids: “Con Willie Peyote una collaborazione vera”

Fast Animals and Slow Kids: “Con Willie Peyote una collaborazione vera”

Fast Animals and Slow Kids in "cosa ci direbbe" duettano per la prima volta nella loro carriera con un altro artista. La band è nella line up del concerto del 1 maggio 2021 della Capitale.

I Fast Animals and slow kids pubblicano il nuovo singolo “cosa ci direbbe” che vede il featuring di Willie Peyote collega e amico della band. Ecco cosa ha raccontato la band del nuovo inedito pubblicato da Woodworm in licenza esclusiva per Believe.


“Cosa ci direbbe” arriva dopo “Come un animale” e svela un nuovo lato dei FASK. Il singolo anticipa la pubblicazione del nuovo album di inediti. In questo brano i Fast Animals and Slow Kids collaborano per la prima volta in più di 10 anni di carriera e 5 album con un altro artista: l’amico e collega WILLIE PEYOTE, fresco vincitore del Premio della Critica all’ultimo Festival di Sanremo con il brano già certificato Oro “Mai dire mai (La Locura). Inoltre saliranno sul palco del concertone del 1 maggio di Roma all’Auditorium Parco della Musica. Una splendida cornice per ascoltare live questa canzone che trasmette un messaggio profondo ma con leggerezza.

Fast Animals and Slow Kids: “Fare un concerto in streaming non ci soddisfa”

Come avete collaborato dal punto di vista delle sonorità della canzone con Willie Peyote?

Con Willie ci siamo confrontati su tutto. Il pezzo l’abbiamo scritto noi quindi una sorta di struttura c’era già, però con lui abbiamo analizzato gli spazi del brano, ovvero, il come, il dove è il perché. Ci siamo confrontati sul ritornello, su dove far entrare Willie, se abbassare o meno la tonalità. Per esempio una parte di canzone è stata eliminata per inserire Willie. Il punto in cui inizia a cantare Willie è in full batteria, sotto un arpeggio di chitarra è molto etereo musicalmente. Questa è stata anche una scelta sua di inserirsi in questo punto della canzone. Quindi si può dire che ci siamo confrontati all’interno di un “canovaccio” diciamo.

Avete mai pensato di organizzare concerti in streaming come altri vostri colleghi stanno facendo?

Tutti hanno pensato a tutto secondo me, qualsiasi artista ha pensato a tutto. La verità è che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, mi spiego. Un conto è se sei Billie Eilish dove lo streaming non è uno streaming ma uno spettacolo, un’esperienza. In quel caso lo streaming è sensato perché il prodotto è pensato per quella piattaforma in quella modalità. Fare lo streaming di un concerto che in realtà sarebbe semplicemente un concerto dal vivo, mi piace come idea ma non mi soddisfa al 100%. Ritengo sia giusto utilizzare un determinato sistema di comunicazione elevando le qualità di questo sistema comunicativo. Se fai uno streaming devi pensare a un progetto che funzioni in quella direzione lì. Quindi sotto questo punto di vista credo sia molto dispendioso, molto complesso perché serve uno studio di produzione diventa una produzione quasi televisiva. All’inizio eravamo propensi a farla, ma poi dopo abbiamo detto no. Il nostro è un concerto molto energico, il pubblico , le urla delle persone, i cori fatti insieme per noi è l’80% del concerto. Il 20% siamo noi, la restante parte è lo stare insieme al pubblico.

PH. Alessio Albi