Ylenia Lucisano presenta “Il destino delle cose inutili” – Intervista

Bellacanzone ha intervistato telefonicamente Ylenia Lucisano per parlare del nuovo singolo "Il destino delle cose inutili" che era stato selezionato tra i 69 finalisti della gara di Sanremo Giovani, ma non è riuscito ad arrivare nella rosa dei 24 che si sfideranno dal 17 al 21 dicembre.

È attualmente in rotazione radiofonica e disponibile su tutte le piattaforme digitali “Il destino delle cose inutili” (Virgin Records/Universal Music Italia), il nuovo brano della cantautrice Ylenia Lucisano, prodotto da Taketo Gohara. Il prossimo disco di inediti dell’artista uscirà a marzo e conterrà 11 brani.

Come nasce questo brano?
È il ricordo dei miei primi anni a Milano, quindi ci sono dei riferimenti autobiografici. Appena mi sono trasferita sono stata inglobata in questa realtà ed è facile perdere il focus. Ovviamente è una cosa soggettiva, ma a me è accaduto così e ho cercato di eliminare il superfluo per ritrovare i miei obiettivi. Le cose inutili possono essere materiali, ma anche astratte, come i pensieri negativi.

Com’è stato il tuo trasferimento a Milano?
Io vengo da Roma che è una giungla, quindi a Milano ho trovato la mia salvezza, la mia dimensione. Rispetto a Roma ci sono più opportunità e possibilità di avere contatti per il mio lavoro. Certo che se uno cerca l’ispirazione, magari è meglio una città del Sud, con il mare di fronte.

Com’è nata invece l’idea del videoclip?
Sinceramente dalla voglia di essere ripresa dagli amici con il cellulare. Non c’è un’idea di fondo. Volevo essere spontanea. Non c’è nessuno storyboard com’è successo per i precedenti videoclip. C’è anche la citazione del walkman che al giorno d’oggi è un oggetto inutile, ma ricorda quando la musica veniva toccata con mano.

Il brano era nei 69 finalisti di Sanremo Giovani, ma non è passato nei 24: chi ti piace dei ragazzi in gara?
Se lo meritano tutti. Già passare nei 69 finalisti è stato difficile, visto che erano più di 600 gli iscritti. Sanremo è un punto di partenza e non un punto di arrivo, quindi spero che almeno due di loro riescano a sfondare nel mondo della musica e a sfruttare questa occasione al meglio.

Com’è nata la collaborazione con Taketo Gohara?
L’ho voluta fortemente perché è l’unico produttore a fare musica folk usando le sonorità internazionali. È stato un lavoro durato 2 anni, lui per alcune cose mi ha assecondato e per altre mi ha aperto nuovi orizzonti.

Vuoi anticiparci qualcosa sul tuo prossimo album?
Saranno 11 tracce, ma non voglio svelare molto. Piano piano dirò quali saranno le collaborazioni. Manca poco.

E quali differenze ci sono rispetto ai tuoi lavori precedenti?
Questo è più focalizzato, rispetto al primo che era un esperimento. Sono cresciuta e cambiata tanto rispetto a 4 anni fa e l’album è scritto interamente da me a parte due brani in cui collabora anche Cinaski. Poi ci sarà un tour in primavera a cui sto lavorando. I concerti sono alla base di tutto, visto che è l’unico modo per arrivare al pubblico in maniera diretta.

PH. Luca Monducci