Yamatt: “Il mio nome d’arte è nato sul set di Fenomeno di Fabri Fibra”

Matteo Galvani in arte Yamatt ha in mente tanti progetti e dopo "Leone" sta già pensando al prossimo singolo: ecco l'intervista esclusiva di Bellacanzone.

La tua carriera artistica è iniziata a 15 anni in una band…
Quando avevo 15 anni la musica mi piaceva, ascoltavo rock e suonavo la chitarra da un anno. Ho trovato dei ragazzi con cui mi son trovato subito bene. Uno suonava il basso e l’altro la batteria e abbiamo iniziato suonando rock: Black Keys, Nirvana, Oasis, Red Hot Chili Peppers e altri. Ci siamo evoluti piano piano sempre di più e abbiamo cominciato a registrare dei pezzi inediti. Ho imparato da autodidatta ad usare prima “Garage band” e poi “Logic” per poter registrare i nostri brani. Il nostro primo disco è stata registrato nella mia taverna, era un concept album tutto in inglese. Raccontava la storia di Leon un personaggio di fantasia inventato da me. Poi abbiamo fatto un album tutto italiano “subliminale” che all’interno contiene “Giungla” che ci ha fatto vincere un concorso canoro dove in giuria c’era Mara Maionchi. A lei è piaciuto tantissimo il pezzo tanto da averlo scelto come colonna sonora del suo programma su Radio 105. Poi abbiamo recitato nel film Disney “Come diventare grandi nonostante i genitori”.

Hai una passione anche per il videomaking…
Si, io giravo i videoclip della band perché non trovavamo nessuno che girasse i nostri video ad un prezzo a noi accessibile.

Questa tua passione ti ha portato anche sul set di moltissimi artisti come Jovanotti, Maneskin, J-Ax e Fedez, Fabri Fibra
Si ho recitato nel videoclip di “Fenomeno” per caso… Cercavano un videomaker con un aspetto particolare ed io ero quello che cercavano. Ho mandato un video di presentazione e mi hanno preso.

Tra tutti i videoclip che tu hai girato sia come attore che come assistente alla regia in quale ti sei divertito di più?
C’è stato un video che non ha avuto molte visualizzazioni “Resident Evil” di Clementino e Izi ma per me è stato molto particolare da girare. La produzione mi ha mandato in giro per macellerie a cercare le interiora per girare il videoclip in stile splatter. Una macelleria mi diede una testa di mucca. Non è stato divertente però è stato inconsueto. Ho dovuto spostare una testa di mucca per tutto il giorno, è stata un’esperienza che non scorderò mai. Il set invece più divertente è stato quello di Fabri Fibra, che è una persona fantastica.

Da dove nasce il tuo nome d’arte?
È nato sul set di “Fenomeno”. Lo utilizzavo come nome da videomaker, ed era il mio sfondo sul pc dove lavoravo. Fibra lo ha visto gli è piaciuto e da lì ho iniziato ad usarlo anche nella carriera di cantante. Noi siamo la generazione dello “ya” ed è un messaggio positivo perché ya significa yes, si.

Il tuo primo singolo si chiama “Leone” che sta avendo molto successo come è nato?
Volevo un pezzo che fosse coerente con il mio percorso musicale. È nato nella mia cameretta in un pomeriggio, volevo un pezzo energico. Per l’outfit nel videoclip mi sono ispirato a Johnny Depp nel film “Fear and Loathing in Las Vegas”. Nel film lui va in giro in macchina per Las Vegas, nel mio video invece sono un tassista abusivo pazzo che va in giro per Milano.

Quest’anno hai provato a conquistare il banco di Amici e per un soffio non ce l’hai fatta.. ci riproverai?
Non lo so… Per ora voglio continuare a lavorare sulla mia musica da solo con le mie gambe. Poi si vedrà.

Hai in progetto un album tutto tuo?
Ora mi sto concentrando sull’uscita di un nuovo singolo che sarà molto personale. Tratterò il tema di capire se stessi. Poi arriverà anche un album.