Sanremo 2019, The Zen Circus: “La gara non ci interessa” – Video

Si chiama “Vivi si muore – 1999 - 2019” la raccolta dei The Zen Circus che celebra i venti anni di storia del gruppo, in uscita venerdì 8 febbraio per Woodworm Label / La Tempesta e la distribuzione di Artist First. L'album contiene 17 tracce di storia Zen, rimasterizzate per l’occasione, e 2 inediti, il brano “L'amore è una dittatura”, presentato in gara al Festival di Sanremo 2019 e “La Festa”.

Gli Zen Circus si presentano per la prima volta volta in gara al Festival di Sanremo con il brano “L’amore è una dittatura“. Gli Zen Circus hanno presentato l’ultimo disco”Il fuoco in una stanza” in televisione, in programmi come “Ossigeno” di Manuel Agnelli e nella trasmissione “Brunori Sa”, condotta da Brunori Sas, in onda su Rai 3. La band è stata, inoltre, protagonista di una puntata monografica di Sky Arte Sessions, in onda su Sky Arte HD.

Vent’anni di carriera festeggiati anche sul palco dell’Ariston, com’è calcare questo palco?
Di base saremmo degli sbruffoni a dire che non fa né caldo né freddo, dall’altra effettivamente mille e passa concerti, ti aiutano a superare questa ansia. Poi l’Ariston è piccolo, è un club che quando entri dici “Come, tutto qua?”.. Ovvio che se poi pensi cosa c’è dietro alle telecamere…però la cosa più bella, che ripetiamo spesso, è che dietro di noi c’erano le decine di migliaia di ragazzi che ci hanno seguito in questi vent’anni, che riempiono i club, i palazzetti e hanno fatto si che questa storia, che non è mai stata di moda, ora facciano numeri che superano alle volte artisti che sono stati affermatissimi. Quindi in qualche modo noi eravamo lì per rappresentare loro e per fargli vedere anche un livello istituzionale che esiste, altrimenti sembra quasi che non esistiamo. Noi ci siamo e si può portare un brano come questo a Sanremo, prendendosene tutti i meriti e demeriti. La gara non ci interessa in alcun modo.

Il brano sarà contenuto nel vostro nuovo album “Vivi si muore 1999-2019” che festeggia i vostri vent’anni. Come è cambiata la musica in generale in questi anni secondo te?
È successo di tutto e di più.  Basti pensare che vent’anni fa quando facevamo il primo disco, per registrarlo, sul nastro ovviamente, non era facile: c’erano delle produzioni molto scarse e si spendevano un sacco di soldi. Oggi con un buon orecchio, una buona mano e un buon computer, si può fare un disco che può cambiare la generazione. Questo è il cambiamento più epocale e te lo dico da nerd, da produttore. Poi è cambiato tutto: il pubblico che non esisteva, oggi esiste. Band come noi, quindi non solo noi, ma un’intera comunità, come è potuta essere la Tempesta dal 2007 in poi e ora invece itpop, hanno creato un qualcosa che muove il mercato tanto quanto, se non di più, della musica pop. Quindi per me è incredibile e ti giuro che vent’anni fa, se me l’avessero detto di Sanremo, ci avrei creduto, ma se mi avessero detto di questo, non so se ci avrei creduto.

Uscirà una biografia romanzata su di voi e magari in futuro, perché no, un film?
Confido nel film postumo, perché se ti fanno fare un film sulla tua vita da vivo, è veramente triste.