Ox presenta “You are the one”: intervista a Radio Godot

Venerdì 13 gennaio 2017 Ox è stato il primo ospite della nuova rubrica #Bellacanzone su Radio Godot (condotta da Andrea Febo e Luca Latini) per presentare il singolo You are the one.

Come mai hai scelto proprio questa canzone?
Si tratta dell’ultimo brano scritto per il disco che sta uscendo (Naked, ndr). È nato in un momento di crisi totale in cui ho pensato di mollare tutto, cambiare lavoro, dedicarmi solo all’arte. Dalla crisi mistica è nata la canzone che sembra allegra, ma ha un testo impegnativo. Ti dice che ci sono momenti in cui ti trovi a terra, hai voglia di rinnovarti, ma non hai la forza. Se invece guardi dentro di te, trovi l’energia e capisci di essere perfetto. Tu sei quello giusto.

C’è un consiglio a chi vuole rimettersi in piedi?
Guardati dentro. Sembra banale detto così. Si dice sempre. C’è gente che costruisce ponti, palazzi, grattacieli. Se l’ha fatto lui puoi farlo anche tu. Il mio concetto della vita è questo. Non bisogna limitarsi, ma guardare oltre e prendere ispirazione da chi pensi abbia fatto di più. Se vuoi fare qualcosa, fallo. Poi vedrai dopo quello che accadrà.

La musica in questo quanto ti ha aiutato?
Molto, perché ho sempre perseguito attività artistiche che erano vincolate al bisogno di qualcuno che mi desse una mano, per esempio nella grafica, nella fotografia. Invece con la musica me la canto e me la suono. Mi ha dato una grande libertà che avevo iniziato ad intuire con la fotografia, ma con la musica ha raggiunto il massimo dell’espressione. Mi ha dato la possibilità di esprimermi in un campo in cui non ero preparato, io scrivo la musica ad orecchio.

Cosa dobbiamo aspettarci da Naked?
Ho fatto tre album. Il primo, New life, ho cercato di capire come fare gli arrangiamenti, come fare a registrare. In When Things Come Easy ho perfezionato questa cosa per arrivare a Naked che è il distacco totale. Confermo così la mia impronta. Per questo Naked, parto nudo per iniziare col mio sound vero e proprio.

Quando lavori di grafica hai le stesse sensazioni di quando lavori con la musica?
Il principio, comunque, è lo stesso. Mi permette di dare un’espressione a fantasia, idee, creatività. Tutta la mia vita è così. Fatta di immagini creative. Nel mio lavoro di motion grapher ho delle direttive, dei paletti in cui muovermi. Per carattere e per indole in generale tendo ad imporre, quindi sono dell’idea che se ti affidi a me è perché so quello che faccio.

Il tuo motto è “Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti”, ma dove vuoi arrivare musicalmente parlando?
Spero di suonare tanto. Il sogno è quello di girare il mondo e cantare ogni sera le mie canzoni come un musicista d’annata, senza vendere necessariamente milioni di album. Cinque dischi a sera bastano.